12 aprile 2011

Giovanni Nalin sulla iniziativa di sabato contro il precariato "Il nostro tempo è adesso"

il gazebo dei ragazzi della Rete degli studenti di Rovigo
Anche a Rovigo, come in tutta Italia, alcuni giovani coraggiosi della Rete degli studenti medi ed universitari, con la CGIL, hanno dato vita sabato scorso ad una iniziativa contro la precarietà chiamata: "Il nostro tempo è adesso - la vita non aspetta".
D. A Rovigo non c'è stata molta partecipazione giovanile. Ma non è un problema che riguarda tutti? Secondo te manca la consapevolezza oppure è disillusione?
R. I giovani hanno sempre un rapporto precario con le iniziative che non vengono direttamente promosse da loro stessi e questa, per quanto libera, non lo era. A volte pensiamo che di uno stesso problema vi sia una percezione univoca tra diverse generazioni ma non sempre è così. Dobbiamo saper condividere i sentimenti dei giovani senza filtrare il loro agire attraverso le nostre chiavi di lettura.

D. Alcuni ragazzi con cui ho parlato della Rete degli studenti dicono che secondo loro soprattutto si tratta di mancanza di speranza di poter incidere per un cambiamento. Tu cosa ne pensi?

R. La speranza bisogna alimentarla attraverso azioni in grado di produrre risultati tangibili ed ultimamente non si sono raggiunti risultati significativi seppure si siano prodotte iniziative importanti e questo può produrre frustrazioni pericolose nei giovani.

D. Un tuo giudizio sul taglio dato alla iniziativa: la scatola delle idee (una scatola vera e propria), un bel modo per raccogliere le proposte di tutti, non si è trattato di una manifestazione di protesta.

R. E’ stata una manifestazione che voleva sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso una azione di testimonianza diretta dei giovani. 
uno dei tabelloni del gazebo
In ogni caso è stato importante proporsi alla cittadinanza.

D. Qual'è la tua idea per dare risposte a chi sulla sua pelle vive il dramma del lavoro precario?

R. Non è facile dare risposte alla precarizzazione del lavoro agendo a livello locale quando vi sono norme di legge e volontà politiche che sostengono queste forme di lavoro. 
Serve una decisa sterzata legislativa che dovrà essere stimolata da una decisa azione di contrasto e di proposta alternativa sostenuta da una costante iniziativa di coinvolgimento sociale.

D. Buona parte del precariato si trova nel settore pubblico. Da sindaco cosa pensi che potrai fare?  
R. Il precariato tocca tanto i settori del pubblico impiego quanto quelli del privato. Credo che il compito primario di una Amministrazione Locale sia quello di dare il segno, seppure in modo parziale, che si può invertire questa tendenza (vedi quanto fatto dalla Amministrazione guidata da Merchiori che ha trasformato oltre una ventina di precari in tempi indeterminati), generando in tal modo una coscienza civile in grado di contrastare il disegno di chi intende il lavoro come sfruttamento.
Concretamente si potrebbe intervenire anche per strutturare forme di welfare locale in grado di dare risposte concrete a chi è costretto a vivere di lavoro precario.

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